Persona: a lezione di anatomia (sonora) da Marracash.

31 Ottobre, bene. Anche se fuori ci sono orde di ragazzini pronti a lanciare uova contro la mia porta (strane tradizioni ad Halloween made in FG), ho una buona ragione per non aprire: il disco che ho messo su va ascoltato dall’inizio alla fine con estrema attenzione, è il quinto album solista di Fabio Bartolo Rizzo – in arte Marracash – un ragazzone che a quarant’anni ha alle spalle una carriera “mostruosa” e nonostante tutto non ha smesso di sfidare se stesso con un nuovo progetto più che accattivante, il cui titolo è “Persona”. Tra i fantasmi del passato e le ombre di oggi, con  9 featuring di livello,  il disco è  un invito a fare un vero e proprio viaggio nel “corpo” dell’artista  di Barona. Infatti, ascoltarlo significa passare in rassegna le sue emozioni,   entrare nei panni di uno dei rapper più influenti d’Italia e sentire/ascoltare i suoi limiti, le sue paure, i malesseri  associati letteralmente ( o anatomicamente, se preferite) ad una parte del corpo.

La perfetta sintesi è nel primo brano “Body Parts-I Denti”. Struggente è l’outro che recita:

“Tu vuoi essere, non sembrare di essere, ma c’è un abisso tra ciò che sei per gli altri e ciò che sei per te stesso, e questo ti provoca un senso di vertigine per la paura di essere scoperto, messo a nudo, smascherato”.

Come il titolo suggerisce, infatti, esiste una relazione tra il nome di ogni brano e una parte del corpo…ve l’avevo detto: Persona è un viaggio! La stessa voce che era presente nell’outro del primo brano, esordisce nel secondo con una frase troppo importante per non essere riportata:

“Butta fuori i tuoi pensieri o finiranno per ucciderti”.

Così apre “Qualcosa In Cui Credere-Lo Scheletro”: Marracash è stridulo, quasi da sembrare in lacrime, su un sample gospel che entra subito in testa. La “persona” qui si mette a nudo e parla della sua depressione legata alla propria ex, della dipendenza dalla droga, dalla quale si esce solo con un rimedio: la musica, lo scheletro che sorregge quest’uomo; l’unico mezzo con cui sputare tutto quello che potrebbe uccidere una mente, se tenuto dentro.

“Sii il mio punto fermo, qualcosa per cui morire” è la frase che più emoziona di questa canzone. Il pezzo presenta uno smagliante Gué Pequeno, ottimo in ogni contesto, sempre. Oltre Gue ci sono altri notissimi featuring, come quello con Coez in “Quelli Che Non Pensano- Il Cervello”, su base della celebre “Quelli che benpensano” di Frankie hi-nrg mc. Una vera e propria critica alla società attuale? Il quadro di una particolare involuzione? Riferimenti a Salvini non casuali.

Stupisce però (più di questo) il brano con Massimo Pericolo. Su un pianoforte malinconico si parla delle origini, del “Sangue”…ed entrambi i rapper non presentano ottime situazioni di partenza, infatti la speranza di fare “cash” era benchè minima, come afferma Marra. Massimo Pericolo è anch’egli un featuring perfetto: sentire questo ragazzo rappare ci fa immedesimare esattamente in cosa racconta. Che pezzo.

Seguono “Poco Di Buono- Il Fegato” e “Bravi a Cadere-I Polmoni”, due brani molto diversi tra di loro. Il primo è un concentrato di arroganza da vero rapper aggressivo, su una base prepotente allo stesso tempo, mentre l’altro ha un carattere molto più personale. Il tema? Infanzia, tristezza raccontati a un interlocutore, e l’idea è come se Marra si stia rivolgendo a qualcuno che ama davvero…ma quanto c’è di personale di in questo disco!

“Tu mi chiedi perchè non mi voglio bene.

Dovresti sapere che tanto ormai sono bravo a cadere.

[…]

Io sono contro la felicità

Contro mia madre, le feste, la puntualità!”

Wow.

Successivamente ecco dei brani studiati esattamente per fare classifica, probabilmente scegliendo di puntare meno sul contenuto testuale, ma va bene lo stesso… perché l’atmosfera che crea il pezzo con Mahmood, ad esempio, è unica! Il brano è dedicato alla “Pelle”, e scegliere il vincitore di Sanremo è azzeccato, data la somiglianza tra i due! Come cita il ritornello:

“Se mi chiami Marra non mi chiedere se posso fare una foto con te”.  Geniale!

L’altro è “SUPREME-Ego” con Sfera Ebbasta e Tha Supreme. Che dire?  “Il brano sarà primo in classifica per un po’!” ho subito pensato! La base è la solita alla Tha Supreme, che ne ha creato anche arrangiamenti e, infatti, il giovanissimo rapper ne cura anche il ritornello oltre che una strofa. La scelta di puntare su queste due stelle della scena trap è anch’essa illuminata! Si crea infatti un concentrato di sonorità molto eterogeneo, ma mai monotono proprio per questo!

SPORT-I muscoli” è il pezzo con un amico di sempre, Luchè (presente da un po’ di anni nei featuring del buon vecchio Fabio). Si respira aria di rap di almeno cinque anni fa, senza autotune. Le barre sono taglienti, pungono chi deve essere punto e non aggiungo altro!

Andando avanti si incontrano due brani che sono necessariamente dedicati a una donna, ma non si parla della stesso sentimento! “Crudelia-I Nervi” parla dell’amore tramutato in odio, mentre “Madame-L’Anima” sembra essere dedicato a un nuovo amore… ha un andare molto più dolce su una progressione creata su un sintetizzatore molto simile a quello della sigla di “Stranger Things”, è un Marracash che canta, e a tratti sembra molto indie!

Il nuovo amore e la musica: le due chiavi per uscire dalla tristezza, ora sembra tutto chiaro!

Il pezzo è con Madame, che ha davvero una bella presenza nei brani! Brava interprete, un altro featuring azzeccato!

Una vera e propria evoluzione in questo album, dall’esordio con i disturbi nell’accettare se stesso fino al parlare della durezza che crea la fine di una relazione, per arrivare alla povertà passata.

Marracash è stato capace di fare un resoconto del suo malessere e benessere in 15 brani, dandoci tutte le sue durissime battaglie da affrontare, fin da bambino. Solo un uomo che ha superato i suoi brividi, è capace di riportarli a tutti, di mettersi a nudo completamente, quindi chapeau.

Musicalmente come ho già detto, l’album è eterogeneo e va da atmosfere cupe a pesanti ad altre molto più radiofoniche, in un contesto musicale nel quale il rap vecchia scuola si è accorto della potenzialità della trap e del cantato, così da adottare i due stili, e Marra non è l’unico, basti vedere un Salmo a caso, e ci piace! Mi sento di saltare due/tre brani che risultano ben immersi nel tutto, per poter dire che a mio parere l’ultimo possa essere letto in chiave rasserenante. Su una base che si balla tranquillamente anche senza cantato, Cosmo (ultimo featuring) urla nel ritornello “La mia ansia si estingue!”…che sia un segno del buon Marra del fatto che la battaglia contro se stesso l’abbia vinta?

Questo non so dirlo con esattezza, non essendo in lui, ma di una cosa sono certo: questo album è ben fatto! Voto: 8 e mezzo

 

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